Normativa tecnica: inquadramento giuridico

La premessa che stiamo facendo è fondamente per la comprensione della normativa vigente che affronta questioni tecniche. Senza avere un minimo di basi giuridiche non è possibile comprendere quello strano mondo delle leggi "tecniche". La chiave è in pochi punti essenziali che vengono affrontati in forma di domanda/risposta.

A chi spetta il compito di legiferare in materia “tecnica”?

 

Il chiarimento si ha esaminando l'articolo 117 della Costituzione Italiana come riformato con con la legge costituzionale del 18 ottobre 2001, n. 3, «Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione», Gazzetta Ufficiale n. 248 del 24 ottobre 2001:

"La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali"

Quindi Lo Stato e le Regioni possono esercitare il potere legislativo ma devono rispettare:

  • la Costituzione

  • l'ordinamento Comunitario

  • gli obbligi internazionali.

Di quali materie si occupano le Regioni e lo Stato?

 

L'articolo 117 della Costituzione Italiana chiarisce:

  • esistono materie di cui si occupa lo Stato in modo esclusivo (in materie "tecniche" in particolare si occupa di pesi, misure e determinazione del tempo; tutela dell'ambiente, dell'ecosistema)

  • esistono materie di legislazione concorrente per Stato e Regioni (per esempio nel ns. settore tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale; professioni; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all'innovazione per i settori produttivi; tutela della salute; produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia;). Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei princìpi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato

  • infine "spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato."

Il complesso delle norme è ampio ed articolato e proviene da diverse fonti come è possibile gestirlo ed interpretarlo correttamente?

 

Esistono due principi:

  • la gerarchia tra le norme emanate dalle diverse fonti;

  • la separazione tra le competenze tra le fonti legislative.

Nella scala gerarchica al primo posto c'è la Costituzione, che è immodificabile da norme di rango inferiore, e le leggi costituzionali, che aggiungono o sopprimono norme costituzionali.

Seguono le leggi formali,quelle approvate dal Parlamento, che sono sottoposte al rispetto della Costituzione o di patti e trattati internazionali o limitate da organismi sovranazionali.

La stessa efficacia hanno i decreti legislativi (originati da una legge di delegazione delle Camere) ed i decreti legge (in casi straordinari di necessità ed urgenza e sottoposti a successiva conversione in legge).

Infine ci sono i Regolamenti emanati dal Governo o da altre autorità amministrative che possono essere classificati come (a seconda dei contenuti e dei soggetti):

  • norme subprimarie (regolamenti indipendenti);

  • norme secondarie (regolamenti esecutivi);

  • norme terziarie (norme ministeriali).

La separazione tra le competenze è l'altro principio da seguire. Infatti tale separazione esite tra le leggi dello Stato e le leggi regionali che si occupano di materie specifiche tipologie, ma anche a volte possono essere anche concorrenti (vedere art.117 della Costituzione).

Nel caso in cui ci siano casi di concorrenza nelle competenze di fonti primarie, ad esempio tra Stato e Regioni come previsto dall' art.117 della Costituzione, si è orientati a pensare che la competenza dello Stato sia permanente nel caso di mancanza di presenza della funzione concorrente.

Cosa accade se ci sono regolamenti comunitari?

 

In particolare i regolamenti comunitari sono emanati dalla Comunità europea in base ad alcuni Trattati che ne indicano la competenza esclusiva in materia.

In questo caso i regolamenti comunitari hanno le caratteristiche

  • di abrogare, in seguito al recepimento, tutte le norme primarie vigenti anteriormente emanate;

  • di non poter essere abrogate da norme primarie successive.

Quali sono gli atti normativi della Comunità Europea?

 

La CE è una organizzazione sovranazionale che emana provvedimenti di carattere generale (regolamenti e direttive) e provvedimenti di carattere individuale (ordini e sanzioni).Ricordiamo l'Atto unico europeo del 1986 ed il Trattato di Maastricht del 1992, che ha istituito l'Unione Europea.

I regolamenti, che hanno portata generale, sono obbligatori in tutti i loro elementi e sono direttamente applicabili in ciascun stato.

Le decisioni si rivolgono invece ad un unico stato, per cui sono vincolanti solo per il destinatario e sono da seguire in ogni punto (in toto) senza possibilità di deroghe.

Le direttive invece obbligano lo Stato a cui sono rivolte a raggiungere un obiettivo, Lo Stato decide la forma ed i mezzi per perseguire il risultato. Talvolta la direttiva è quasi un regolamento in quanto indica minuziosamente quanto fare.

Le raccomandazioni ed i pareri non sono vincolanti, vengono emanate con finalità di indirizzo.

 

Di cosa si occupano gli organi legislativi della CE ed in particolare la Commissione Europea?

 

Si occupano di questioni di interesse comune dei singoli Stati appartenenti alla Comunità Europea, tra le altre delle seguenti materie:

la tutela del consumatore, l'industria, la ricerca scientifica ed il progresso tecnologico, l'ambiente, la formazione professionale.

Bruno De Nisco